Fra le numerose località in provincia di Siena, Radicofani è un borgo che ha mantenuto intatto il suo aspetto austero e imponente, dovuto alla posizione, adagiata su un colle a 900 metri sul livello del mare, e alla Rocca, costruita nel XIII secolo, che domina sull’intera Val d’Orcia ed è divenuta sede del Museo del Cassero, distribuito su tre piani e caratterizzato da reperti archeologici dell’età del Bronzo.
Visitare Radicofani è un’esperienza che consigliamo a chiunque voglia conoscere i borghi che meglio rappresentano la provincia senese, uno scrigno di tesori dai colori cangianti e dal fascino eterno.
Prima di cominciare il tour di questa cittadina, è indispensabile conoscere la storia di Ghino di Tacco, la cui statua si erge nei giardini di Piazza Sant’Agata in ricordo delle gesta di questo bandito gentiluomo.
Ghino era un esponente della nobiltà ghibellina della Val di Chiana che contrastava il potere del Comune di Siena, che faceva parte dello schieramento guelfo.
Quando il padre e lo zio di Ghino furono catturati e decapitati in Piazza del Campo a Siena, Ghino riuscì a fuggire e diventò un fuorilegge.
Nel 1297 completò l’impresa che legò il suo destino a quello di questa città: conquistò la Rocca di Radicofani, fino ad allora sotto il dominio pontificio.
Rocca di Radicofani, Credits: Di Larry Ferrante (Flickr) [CC BY 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], attraverso Wikimedia Commons
Al di là delle leggende e dei fatti storici, Radicofani è rimasta indomita e distante dagli itinerari più battuti, nonostante ogni anno si celebri qui una Festa Medievale, a metà luglio, per ripercorrere l’evento della presa della Fortezza e rievocare l’atmosfera di un’epoca i cui protagonisti erano cavalieri, dame, giullari, giocolieri e sbandieratori.
Cosa vedere nel centro storico di Radicofani
Nella piazza centrale del borgo va visitata la Chiesa di San Pietro, che ha la peculiarità di essere stata costruita in pietra vulcanica intorno all’XI secolo e custodisce all’interno opere come un’Annunciata, due Madonne col Bambino e santi della bottega di Andrea della Robbia e una Crocifissione con la Maddalena attribuita a Benedetto e Santi Buglioni, e inoltre una Madonna col Bambino, statua lignea policroma attribuita a Francesco di Valdambrino. Questa chiesa fu danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale e restaurata nel 1946.
Proprio nei giardini del Maccione, di fronte alla chiesa si trova la statua di Ghino di Tacco, simbolo del borgo assieme alla Rocca.
Il Palazzo Pretorio, oggi sede degli uffici comunali, riporta sulla facciata gli stemmi dei Capitani di Giustizia, lo stemma Comunale e la Balzana senese (di cui abbiamo raccontato l’origine nel post Quali sono i simboli della città di Siena?) ed è situato in uno slargo chiamato un tempo Piazza del Palazzo, in cima alla via centrale del Borgo Maggiore.
A proposito di palazzi storici, da non mancare una tappa al Casale della Posta, villa medicea adoperata dall’imperatore Ferdinando I come casa di caccia, successivamente divenuta una dimora per viaggiatori del calibro di Casanova, Stendhal, Goethe e Charles Dickens, il quale descrisse Radicofani nel suo Pictures of Italy.
Ci si arriva con una breve passeggiata e si nota perché è letteralmente incorniciato da due filari di cipressi.
Non tutti sanno che Radicofani è anche la città delle fontane: potete ammirarne una proprio dall’ro lato della strada rispetto al Casale della Posta, la Fontana del XVII in pietra che riporta lo stemma mediceo, la duecentesca Fonte Grande, lungo la Via Francigena, la Fonte dei Cappuccini, risalente al XVI secolo, e quella dell’Antese.
L’ultima tappa che suggeriamo è il Bosco Isabella, un giardino che rievoca lo stile inglese di fine ottocento, perfetto rifugio per chi ha scelto di trascorrere una vacanza romantica in Toscana. Il nome del giardino è una dedica di Odoardo Luchini alla moglie Isabella, per la quale disegnò questo splendido angolo di quiete e raffinatezza poco distante dal centro di Radicofani.
Trascorrere una giornata in questo borgo, a circa 70 km da Siena, è una valida ragione per esplorare tutta la Val d’Orcia, trovando in ogni località un frammento di un mosaico speciale, quella Toscana che non ha paragoni al mondo.
Credits Borgo: Simonetta Viterbi https://flic.kr/p/8LciY7
Credits foto di anteprima: By Bjørn Christian Tørrissen [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons
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