Gli itinerari possibili a Siena sono davvero tanti, come testimonia la nostra serie dedicata ai Terzi, le tre parti in cui è divisa la città all’interno delle mura medievali.
In precedenza vi abbiamo consigliato cosa visitare nel Terzo di Città, mentre in questo articolo parliamo del Terzo di Camollia, che deriva il nome da Porta Camollia, la porta situata a a nord della città, in direzione di Firenze.
Qui esisteva un complesso sistema difensivo del quale rimangono l’Antiporto, fuori le mura, e i resti del Fortino delle donne, il cui nome ricorda l’importanza delle donne senesi nella difesa della città. Da Via Camollia comincia il nostro percorso: questo era il primo tratto urbano della via Francigena, il percorso seguito dai pellegrini che negli ultimi anni è tornato a essere apprezzato dai turisti, e alla fine della via si svolta a destra per entrare nei giardini de La Lizza.
Fortezza Medicea
Sapevate che la Fortezza Medicea é chiamata anche Forte di Santa Barbara? Questa fortificazione risale al 1560 e oggi è divenuta la sede dell’Enoteca Italiana, l’istituzione nazionale che promuove i vini italiani e organizza degustazioni. Nel sotterraneo è possibile utilizzare un dispositivo che legge le etichette delle bottiglie spiegando le caratteristiche del vino.
Dopo aver visitato l’Enoteca, costeggiando lo stadio “A.Franchi” si arriva davanti alla Basilica di San Domenico.
Basilica di San Domenico
La costruzione di questa chiesa iniziò nel 1226 e oggi conserva al suo interno numerose opere d’arte, fra cui l’affresco con Santa Caterina di Andrea Vanni, l’unico ritratto eseguito quando la Santa era in vita. La Reliquia della testa di Santa Caterina è esposta nella cappella laterale della chiesa dove Antonio Bazzi detto il Sodoma (1526) ha raffigurato i principali episodi della sua vita.
All’esterno della Basilica, consigliamo di ammirare il panorama dal poggio tufaceo di Camporegio; qui c’è un sentiero ripido e nascosto, la Costa del Serpe, che arriva a Fontebranda.
Fontebranda
È la fonte più importante e famosa di Siena, di cui hanno scritto anche Dante e Boccaccio; quest’ultimo attribuì alla sua acqua la “bessaggine”, cioè la pazzia dei senesi.
Fu progettata nel 1193 e aveva solo un arco a cui successivamente furono aggiunti ri due. L’uso dell’acqua era regolamentato: dalla fonte si attingeva per bere, a sinistra c’era una prima vasca per abbeverare gli animali, poco oltre, ancora visibile, un’ra vasca adibita a lavatoio, mentre le acque di scarico alimentavano mulini, concerie e tintorie.
Palazzo Tolomei
I Tolomei erano una casata di banchieri e mercanti guelfi, acerrimi rivali dei Salimbeni. Il Palazzo è oggi sede della Cassa di Risparmio di Firenze ed è noto per la storia di Pia dei Tolomei, che morì per mano del marito ed è ricordata da Dante nella Divina Commedia.
Rocca Salimbeni e Monte dei Paschi
La Rocca dei Salimbeni era dimora dei ricchi mercanti e banchieri ghibellini. Nel Quattrocento il loro castellare fu confiscato dal Comune di Siena che vi collocò la gabella e il Monte Pio poi incorporato nel Monte dei Paschi di Siena.
Il Monte dei Paschi è una delle banche più antiche del mondo, fondata nel 1472; la sua sede centrale è ancora oggi in questo palazzo.
Girando intorno alla rocca seguendo via Vallerozzi e poi continuando a sinistra, si arriva in Piazza Salimbeni, restaurata alla fine del XIX secolo dall’architetto senese Giuseppe Partini.
La statua al centro raffigura Sallustio Bandini, l’inventore del sistema di pagamento a distanza, in re parole un sistema che ha anticipato la cambiale.
Una curiosità da sapere: nello stemma di Camollia c’è la lettera K perché il suo antico nome era Kamollia, per questo troverete questo simbolo lungo le strade di questa parte della città.
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